La passione per la storia di questa Città mi è nata quando frequentavo la scuola elementare. Occupavamo una aula a piano terra del Principe di Piemonte, seduti in vecchi banchi di legno, dove ogni mattina il bidello passava con un innaffiatoio per riempire i calamai di inchiostro.
Il maestro era Giuseppe Spirito e i suoi metodi correttivi erano affidati a una riga di legno (mastu Giorgio) destinata a colpire il palmo della mano. Ma per i più bravi c’erano i cannellini, confettini di zucchero con l’anima di anice comprati dal buon Ciro Aveta.
Mi attraevano i racconti della storia romana e dell’antica Capua: mi affascinava l’idea che se Annibale avesse vinto la sua guerra contro Roma, S. Maria, l’antica Capua, sarebbe diventata la capitale d’Italia.
Nel 1961 si preparò la recita per il centenario dell’Unità d’Italia sotto l’egida musicale della maestra Francia. Fu un successo, con il teatro Garibaldi strapieno di parenti. Io interpretavo la parte di un garibaldino, e al termine della recita ricevetti i complimenti del mio maestro e, in regalo, un opuscolo del suo collega Nicola Maciariello, “Itinerario di Capua Vetere”.
Fu il primo documento sulla storia della mia città di cui venni in possesso: da allora ho raccolto tutto ciò che aveva un riferimento a S. Maria, di natura storica in senso stretto così come di natura tradizionale, ho assorbito per anni e conservato i racconti dei nostri vecchi, piccole memorie di bottegucce scomparse, antiche parole di saggezza.
L’aver diretto per anni il settore dei Beni Culturali del Comune mi ha consentito di mettere questa mia passione a disposizione della mia città, alla quale ho lasciato, all’atto del pensionamento, l’ordinata raccolta dei suoi beni, strappando ad altri fini parte del carcere minorile Angiulli.
Inventandomi falegname, pittore, decoratore, marmista e ogni altra sorta di mestiere per rendere fruibile locali e attrezzature abbandonati da anni, ho potuto dare innanzitutto sistemazione alla Biblioteca Comunale, condannata al degrado nei fatiscenti saloni del teatro Garibaldi. Ho ridato vita all’archivio storico, giacente in cumuli d’immondizia nella ex caserma Mario Fiore e nei sotterranei del teatro Garibaldi; e ho dato vita ad un piccolo Museo eclettico, sviluppo di quello del risorgimento abbandonato per anni al furto e all’incuria.
Memore e testimone di quanto accaduto negli anni passati, prima di andare in pensione ho fatto una gran numero di foto del materiale raccolto e delle sale di allestimento, per poter periodicamente constatarne lo stato di integrità e denunciare al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale una anche minima alterazione dello stato delle cose. Da qui la decisione di creare anche un sito dove soprattutto i miei concittadini possono visionare il patrimonio culturale pubblico e ritrovare la propria storia.
Mi auguro che siano in molti a frequentare e ritrovarsi in questo sito e a leggerne i contenuti; e di farlo soprattutto prima di andare a votare, per avere contezza di quanto grande sia questa Città, e di quale grande responsabilità ha ogni suo cittadino nel momento in cui sceglie i propri rappresentanti.
Pensateci bene prima di affidare il nome e la dignità di Santa Maria Capua Vetere ad uno qualsiasi!
Il maestro era Giuseppe Spirito e i suoi metodi correttivi erano affidati a una riga di legno (mastu Giorgio) destinata a colpire il palmo della mano. Ma per i più bravi c’erano i cannellini, confettini di zucchero con l’anima di anice comprati dal buon Ciro Aveta.
Mi attraevano i racconti della storia romana e dell’antica Capua: mi affascinava l’idea che se Annibale avesse vinto la sua guerra contro Roma, S. Maria, l’antica Capua, sarebbe diventata la capitale d’Italia.
Nel 1961 si preparò la recita per il centenario dell’Unità d’Italia sotto l’egida musicale della maestra Francia. Fu un successo, con il teatro Garibaldi strapieno di parenti. Io interpretavo la parte di un garibaldino, e al termine della recita ricevetti i complimenti del mio maestro e, in regalo, un opuscolo del suo collega Nicola Maciariello, “Itinerario di Capua Vetere”.
Fu il primo documento sulla storia della mia città di cui venni in possesso: da allora ho raccolto tutto ciò che aveva un riferimento a S. Maria, di natura storica in senso stretto così come di natura tradizionale, ho assorbito per anni e conservato i racconti dei nostri vecchi, piccole memorie di bottegucce scomparse, antiche parole di saggezza.
L’aver diretto per anni il settore dei Beni Culturali del Comune mi ha consentito di mettere questa mia passione a disposizione della mia città, alla quale ho lasciato, all’atto del pensionamento, l’ordinata raccolta dei suoi beni, strappando ad altri fini parte del carcere minorile Angiulli.
Inventandomi falegname, pittore, decoratore, marmista e ogni altra sorta di mestiere per rendere fruibile locali e attrezzature abbandonati da anni, ho potuto dare innanzitutto sistemazione alla Biblioteca Comunale, condannata al degrado nei fatiscenti saloni del teatro Garibaldi. Ho ridato vita all’archivio storico, giacente in cumuli d’immondizia nella ex caserma Mario Fiore e nei sotterranei del teatro Garibaldi; e ho dato vita ad un piccolo Museo eclettico, sviluppo di quello del risorgimento abbandonato per anni al furto e all’incuria.
Memore e testimone di quanto accaduto negli anni passati, prima di andare in pensione ho fatto una gran numero di foto del materiale raccolto e delle sale di allestimento, per poter periodicamente constatarne lo stato di integrità e denunciare al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale una anche minima alterazione dello stato delle cose. Da qui la decisione di creare anche un sito dove soprattutto i miei concittadini possono visionare il patrimonio culturale pubblico e ritrovare la propria storia.
Mi auguro che siano in molti a frequentare e ritrovarsi in questo sito e a leggerne i contenuti; e di farlo soprattutto prima di andare a votare, per avere contezza di quanto grande sia questa Città, e di quale grande responsabilità ha ogni suo cittadino nel momento in cui sceglie i propri rappresentanti.
Pensateci bene prima di affidare il nome e la dignità di Santa Maria Capua Vetere ad uno qualsiasi!