Il Carcere S.Francesco Il Carcere S. Francesco, così come il Tribunale e le caserme di cavalleria, fecero di S. Maria il luogo di soggiorno di famiglie provenienti da ogni parte d’Italia.
Ritengo un obbligo ricordare la storia di questo luogo triste, sia perché legata indissolubilmente alla vita di questa Città, sia per motivi strettamente familiari. Mio nonno, Gavino Tavera, classe 1899, era nato a Banari (Sassari) e a 18 anni era partito per il fronte. Finita la guerra, era entrato nella Guardia Regia, un corpo di Polizia nato nel 1919 e sciolto da Mussolini nel 1922. Passò quindi al Corpo degli Agenti di Custodia, e vi rimase fino al 1954, anno del suo pensionamento. Come tanti suoi colleghi girò l’Italia, con al seguito un baule dove era stipata tutta la dotazione di casa. Fu a Pizzighettone (Cremona), ad Orvieto, dove nacquero mia madre e i miei zii, e, dal 1935 a S. Maria. Ultima destinazione fu la colonia penale di Castiadas in Sardegna. Il pensionamento non gli fece perdere l’abitudine di camminare, come aveva fatto per anni sui camminamenti degli spalti del carcere: ne pagai io le conseguenze, suo quotidiano compagno di passeggiate nelle campagne circostanti a caccia di mugnoli, una specie di broccoli di rapa, da fare a pinzimonio. A lui, e ai tanti che hanno dedicato la propria vita a questo duro e ingrato mestiere mal retribuito dedico questa ricerca. 30 giugno 2017, S. Basilide di Alessandria Patrono degli Agenti di Custodia |