Secondo la tradizione, nell’anno 42 San Pietro parte alla volta di Roma. Giunto nella nostra Città, l’antica Capua, vi soggiorna il tempo necessario per dare le prime disposizioni organizzative, e lascia un suo discepolo, Prisco ad espletare il suo mandato pastorale. Prisco indirizza i suoi strali contro i seguaci di Diana Tifatina, la dea più cara ai capuani in quanto legata alla fondazione della Città da parte di Capys e alla cerva che lo aveva allattato. Le sue invettive ne decretano la morte: viene ucciso il 1 settembre del 66 e gettato in un pozzo lungo la Via Acquaria, dove oggi sorge la chiesa parrocchiale di S. Prisco. I suoi successori non hanno vita facile e concluderanno tutti tragicamente la loro missione cristiana: Sinoto, Rufo, Quarto, Quinto, e il nostro S. Agostino, insieme a sua madre Felicita. Dobbiamo attendere l’anno 313 perché cessino le persecuzioni, allorché gli imperatori Costantino, per l’occidente, e Licinio per l’oriente concessero a tutti i cittadini libertà di culto. Da allora le celebrazioni liturgiche non avvengono più nelle cripte, come quelle poste sotto il Duomo, ma pubblicamente. Nascono così le prime chiese. La palma dell’anzianità spetta alla Basilica Costantiniana, edificata intorno al 330 per volere dell’imperatore Costantino, di cui l’attuale chiesa di S. Pietro in Corpo conserva alcuni ruderi. Il Duomo sorge un secolo dopo, nel 432, dopo ad opera di S. Simmaco. Ultima in ordine di tempo fu la Chiesa dei santi Stefano ed Agata, edificata intorno al 520 nel pressi dell’attuale Convento della Madonna delle Grazie. Ma oltre a queste tre famose chiese ce ne sono altre 23 disseminate nel nostro territorio, alcune gelosamente custodite dai fedeli, altre in totale rovina. Sono queste ultime che più mi stanno a cuore e che sono andato a visitare per recuperane la memoria.