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Basilica di Santa Maria Maggiore La basilica di S. Maria Maggiore gode di una storiografia consistente. In quanto centro indiscusso della cristianità dal momento della sua fondazione apostolica, ha goduto dell’attenzione dei cronisti in tutte le epoche, avendo garantito nel corso dei secoli una continuità di vita civile e spirituale alla comunità che intorno ad essa si è raccolta, fino a darle il proprio nome.
A partire dal XVII secolo, con il canonico Giovanni Carlo Morelli abbiamo la prima opera specifica dedicata alla Chiesa: La miracolosa fondazione dell’antica chiesa di Santa Maria di Capua (1638), alla quale seguirà dopo pochi anni la Storia della prima chiesa di Capua del gesuita Giovan Pietro Pasquale (1666). Nel secolo successivo vengono pubblicate le Memorie dell’insigne collegiata di S. Maria Maggiore di N. Ciccarelli,(1796). In epoca moderna Alfonso Cantone, curato di Vitulazio, scrive nel 1906 Di cinque antichissime chiese. Ai giorni nostri, don Francesco Adelio pubblica nel 1978 La Basilica di Santa Maria Maggiore di Capua Vetere, cui segue Il Duomo di S. Maria Capua Vetere di Assunta Delle Femine (1987), La basilica simmachiana in S. Maria C.V. Cenni storici, di Giancarlo Bova (1991), Le Tombe dei Corpi dei santi martiri (1992) e S. Simmaco Vescovo (1998) di don Mario Miele. Ultimo in ordine di tempo la Basilica di S. Maria Maggiore di Francesca Dattilo (2012).
Mi limito pertanto a darne per sommi capi le tappe principali, potendo voi approfondire l’argomento nei testi che pubblico in accompagnamento a questa breve presentazione, e con quelli della sterminata bibliografia esistente.
La prima chiesa capuana si riunì, a partire dall’anno 44, nelle catacombe esistenti sotto l’attuale chiesa, guidata da San Prisco, suo primo vescovo. Con l’editto di Costantino e Licinio del 313 fu riconosciuto ai cristiani il diritto di professare liberamente la propria fede: nascono così le prime chiese in cui il vescovo stabilisce la propria sede. Il Duomo fu edificato nel 432 da San Simmaco, vescovo di Capua, dopo che nel Concilio di Efeso (431) fu proclamato il dogma di Maria Madre di Dio. Sorse non lontano dalla basilica costantiniana dove era la sede vescovile. Inizialmente a tre navate, aveva nel catino dell’abside un prezioso mosaico raffigurante la “Vergine con Bambino”. La Chiesa fu ampliata con altre due navate laterali nell’VIII secolo ad iniziativa di Arechi II, duca longobardo di Benevento, in ringraziamento della pace stipulata con Carlo Magno. La fabbrica subì numerose aggiunte e rifacimenti, alcuni “delinquenziali” come quelli del XVII secolo quando furono distrutti gli affreschi e i mosaici paleocristiani. Una storia completa dei restauri della Chiesa è possibile leggerla nel testo di Casiello-Di Stefano “Santa Maria Capua Vetere” edito nel 1980. Per chi voglia approfondire l’argomento, c’è solo l’imbarazzo della scelta tra testi strettamente scientifici ed altri tradizionali: evito di citarne alcuni per non dimenticarne altri. Della storia e delle leggende del Duomo me ne sono occupato anch’io nella mia ricerca su Nicola Salzillo che pubblico in questo sito. Ad adiuvandum, pubblico a parte alcuni testi e documenti che mi furono donati da don Antonio Pagano in previsione della realizzazione di un suo progetto complessivo per rivitalizzare e rendere il giusto merito alla importante storia di questa Basilica. |